23.9.12

Hijos

Si fa fatica, si fa fatica da matti con i figli. Anni dopo avere detto che tutto era stato meraviglioso, parto, figli, allattarli, etc, sono passata in vespa davanti al negozio in cui compravo tutto per loro. E improvvisamente, in una strada percorsa tutti i giorni della mia vita, ho guardato l'insegna e sono scoppiata in minuti interi di singhiozzi, da fermare la vespa e nascondersi dietro a un albero.
Pero', nella fatica che e' umana e bellissima, poi ci sono i fagotti.
"Mamma, dice lui, tu non hai ancora capito che un giorno dirai orgogliosa quello li' e' mio figlio". Pensare che io lo penso gia' e adoro quel mio figlio cosi' diverso da me. "Mamma, mi iscrivo a latino per portarmi avanti". Quel cucciolo che gia' fa supertennis e chitarra e amici e che vuole uscire dall'esame con il massimo di voti e che mi bacchetta perche' non lo sprono abbastanza.
Sarebbe una killer application, se fosse in una famiglia di quelle come ne conosco tante. E invece io me lo tengo dolce com'e', con la sua mania di essere primo.
Certo e' che quando sparecchio dopo che lui ha messo i piatti mi accorgo che inevitabilmente, tra i 50 che abbiamo, lui ha scelto, pescandoli, quelli di porcellana inglese, senza saperlo, identici agli altri ma solo più "piatti" e allora penso che dentro quel fagotto c'e' qualcosa che spinge e spinge e buca il terreno e sa mettere fiori bellissimi.

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