7.9.12

Paradiso e inferno

"Due marinai erano annegati e si erano aggiunti alla folla che vaga sul fondo del mare, lamentandosi del tempo che non passa, aspettando l'estrema chiamata che qualcuno aveva loro promesso da tempo immemore, aspettando che Dio li tiri su in superficie, li porti nel suo mare di stelle, li asciughi con un sospiro caldo e li faccia entrare con i piedi asciutti nel regno dei cieli, dove non c'e' mai pesce in tavola, dicono gli annegati sempre ottimisti, si svagano a guardare la chiglia delle barche, si stupiscono davanti alle nuove attrezzature per la pesca, maledicono la sporcizia che l'uomo lascia dietro di se' e a volte piangono perche' sentono la mancanza della vita, piangono come piangono gli annegati ed e' per questo che il mare e' salato"
Certo e' che apri il libro di jon kalman stefansson e il cielo si fa plumbeo, le onde del mare sono fauci ghiacciate pronte ad inghiottirti e i pochi lembi di terra su cui puoi camminare sono legni bagnati da lacrime e gelo. Solo le pagine dei libri salvano il salvabile fino alla burrasca che tutti ci aspetta. Eppure, nel bagnato, la dolcezza sa fare tana.
Bello il romanzo e bella, bella, bella la postfazione di Trevi.

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