10.11.07

Entropia

Non può trattarsi che di questo. Una legge della fisica. Perché l'ultimo film di Coppola senior, di cui neanche ricordo il titolo (Un'altra giovinezza?) è giustificabile solo pensando che la sua bravura è inversamente proporzionale a quella di sua figlia Sofia. Più lei diventa straordinaria, come per Marie Antoinette, più lui si svuota, l'Energia lo abbandona.
Solo così posso capire il film. Come metafora d'amore e stima ad un figlio caro. Il film più kitsch della storia del cinema. Ma io gli ho obbedito. Ho riso ho pianto ho avuto paura. Nel mio piccolo.
Evitatelo.
Ma aspetto illuminazioni da fisici e cinefili.
Sent from my BlackBerry® wireless device

6 commenti:

ancheiohounblog ha detto...

io l'ho trovato un film intrigante, di uno che si puo permettere di fare un film da un libro che nessuno leggerebbe, che se lo produce, fa il regista e poi magari se lo distribuisce pure (?) sapendo che non sarà mai apolypse now; insomma è piu importante il contesto che il film

fiamma ha detto...

però ci siamo divertiti;)
(e non l'avremmo mai visto se damiano non avesse sbagliato la programmazione del cinema)

Anonimo ha detto...

domani sera pizza e fagotti?
vicina-lontana

Anonimo ha detto...

Ci sono dei film che ti assorbono fin dalla prima inquadratura, fin dal primo suono e ti trascinano anche per ore con lui. "Un'altra giovinezza" di Francis Ford Coppola è una di queste. Immagini capovolte, sovrimpressioni, volti e oggetti, attraverso le varie coniugazioni del 'passato' al cinema.
Dopo esperienza fallimentari, e film mediocri come "Joe" e " ", uno dei cineasti più folli della storia del cinema ritorna con un opera che si ricollega come per magia ai suoi momenti migliori degli anni '70 della folle avventura della casa di produzione della Zoetrope, con film come "Non torno a casa questa sera" e "La conversazione" (uno dei grandi film di Coppola), e perché no della piccola grandiosità visionaria di "Tucker".
Torna con un film praticamente indipendente, girato in Romania con tecnici rumeni (a parte il suo fidato Walter Murch...uno dei più geniali montatori viventi), non per delocalizzazione ma per una voglia di avventura (forse per sperimentare quella Romania evocata nel set di "Dracula") e di rispetto per il testo da cui trae questo piccolo grande capolavoro.
Il film nasce da un romanzo di Mircea Eliade, uno dei più importanti studiosi di religioni, rumeno, che crea una meditazione sul tempo, sul passato e sull'origine del mondo e della conoscenza, sul dissidio fra le pulsioni della conoscenza intelllettuale e quella amorosa (con una qualche vicinanza con "Il lupo della steppa" di Hesse, libro che tra l'altro Coppola adora).
Un vecchio professore, oppresso dalla solitudine e dall'angoscia di non riuscire a completare l'opera della propria vita decide di andare a suicidarsi a Bucarest, ma viene colpito da un fulmine, e miracolosamente ringiovanisce di quarant'anni e acquista delle capacità conoscitive sopra la norma.
L'occupazione nazista lo pone all'attenzione dei medici del Reich che vogliono studiarlo e per questo scappa in Svizzera. Tenendo celata la propria identità, e desiderando solo di scomparire si imbatte in una ragazza che dopo un'incidente stradale cade in una strana amnesia: parla in sanscrito e dice di essere discepola di un antico filosofo indiano. Viene portata in India e da li comincerà sempre più a farsi tramite di linguaggi e di storie sempre più ancestrali, e lui potrà riprendere il mano la sua opera sull'origine delle lingue...ma tutto questo sta portando alla morte la ragazza di cui lui si è innamorato. E dovrà lasciarla, e da li il tempo si confonde, il passato attraversa il presente e l'unica cosa è che verrà trovato morto e vecchio per strada.
Una trama e sottotrame complesse e vorticose per essere descritte, come il suo stile, pieno e barocco come in "Apocalypse Now", dove dominano le sovrimpressioni, con inquadrature piene e bellissime, con immagini riflesse in specchi e finestre.
Assoluto...e per più di due ore non si tira uno sbadiglio, anche se la materia potrebbe essere alquanto 'pesante'.


dimenticavo... il film non l'ho visto

Anonimo ha detto...

Divertente, colto e spiazzante il post di Aion.

Anche se non l'ho letto.

elena petulia ha detto...

Rido.
Ha proprio ragione RA. In questo posto c'è un genius loci. E' vero che ho la cartolina di Segesta dietro il Bancone, ma.
Grazie. Soprattutto a voi, che non conosco anche con le mani.