McCarthy riesce sempre a portarmi con sé. Quest'ultimo romanzo, a metà tra una dissipazione morselliana e gli angosciosi incubi saramaghiani - senza però il peso delle infinite coperte di Saramago - è potentissimo.
"Tutto questo come un rituale antico. Così sia. Evoca le forme. Quando non ti resta nient'altro imbastisci cerimoniali sul nulla e soffiaci sopra".
Anche lui, soffia.
Sogni bellissimi. E ci credo: preparati da una cena con un tartufo straordinario, Timorasso Derthona e un Arneis e un Barolo che ora chiedo e poi vi dico quali fossero. Il tasso alcolico era già oltre. (Simone, ricordi le etichette? Asino Giac, invece)
Oggi Cortina, Antonello da Messina e poi uova al tegamino per finire il tartufo.
4 commenti:
Ieri ti avevo scritto che il tuo blog era come il vino nelle grotte delle mie parti. Bevuto laggiù a 12 metri di profondità, sembra acqua, stai benissimo. Ma nessuno mai, posto che ne abbia bevuto un po', è riuscito ad uscire alla superficie con le sue gambe...
p.s. Coltranez
lo so.
stamattina, al risveglio,
mi sono grattato le lunghe orecchie
pensandoci
G.
Siccome che, e malgrado una tenuta alcolica a tutta prova, un poco alla fine devo dire ho sbarellato. No cioè, dev'essere stata la mia memoria a sbarellare, non ricordo tutte le etichette coi dovuti particolari. Dunque, il Timorasso del Pro Derthona (leggendaria compagine calcistica bianconera detta anche dei "Leoncelli"), poi due bottiglie della casa vinicola langarola Bruno Ceretto. Uno era un Blangé 2006, ovvero Arneis doc; l'altra era un Barolo, ma quale? Mi pare Bricco Rocche, ma pare che di codesto comparto esistano più etichette e io non ricordo quale fosse quella che s'è bevuta. Non mi ricordo nemmeno l'annata. C'erano infine un Vino nobile di Montepulciano Cecchi del 2004 e uno Zibibbo di cui non giungono ulteriori particolari. Tutte bottiglie stese o quasi. Massimo rispetto.
Ci sarebbe stata bene una grappa, magari di Barbaresco, per rimanere in tema? AAArrrgh
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