24.2.08

Ma di cosa parlo io quando parlo

Ma che cosa penso io quando penso. Mi vergogno di me.

Mentre sono a bere il caffè e a leggere i giornali al sole, arriva la chiamata dell'allarme a casa dei miei. Chiamo, mi preoccupo, mi precipito. C'è una finestra aperta, mentre faccio il giro della casa. Sto per salire e vedo un poliziotto. Lo guardo e mi dice: scusi la scala C. Dico: è per l'allarme, venga sono la figlia. Saliamo insieme. È di Lavello, lucano come mio padre. Gli racconto che al'inizio papà aveva messo come numeri da chiamare in caso di furto, tutti i suoi parenti. E a Matera, a Potenza, a Taranto, tutti erano avvisati che c'era in quell'istante una rapina in casa Santoro a Milano. Mi dice: entro io, controllo.

È tutto a posto. Chiudiamo usciamo, mi racconta che è qui da 4 anni e ci sta bene. E io non so come ringraziarlo. È la seconda volta che ringrazio un poliziotto, pensando a quanto mi vergogno dei pensieri facili che penso. Se rinasco, faccio il carabiniere. O anche il poliziotto.

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4 commenti:

Stella ha detto...

Ma che cosa penso-parlo io quando penso-parlo.

Naturalmente sono scoppiata in una gran risata non appena letto l'episodio!
Ma soprattutto è il titolo di questo post che è grande!

Ti immagino in uno di quei telefilm americani...(che non vedo da una vita) in cui la giornalista si trova (tra sirene e folle di persone incuriosite)a chiacchierare col poliziotto della festa a fine d'anno al liceo...
a prescindere da ciò che sta accadendo in quel momento..poi che ci sia king kong, una bomba o il gatto sull'albero...(perchè loro hanno tutto sotto controllo, risolto...)non ha importanza...la giornalista e il poliziotto si sposeranno alla fine del serial...300 episodi.;o)

per quanto riguarda se rinasci...faccio il poliziotto...
Scusa ELENA, ma lo sai quanto si prende la questura per questo servizio?
a me chiesero 670euro ogni sei mesi da versare in c/c post.

altro che gentilezza!!!

baci!

elena petulia ha detto...

Eccoti. Che dirti. Credo che le cifre da considerare siano altre (gli stipendi). Posto che trovo giusto che se uno chiede un servizio privato ad un servizio pubblico lo debba pagare. Comunque mi sono informata: mio padre dice che non paga nulla, nessun extra.
Chissà, sul matrimonio. In effetti il poliziotto ti dà l'idea di concretezza:-)
Scherzi a parte, mi è servito. E mai abbastanza, con questa testa che ho, che si riempie di tutto. Soprattutto di tutti i sensi di colpa del mondo.

Stella ha detto...

é chiero che il senso del tuo post era un altro...l'ho solo voluto spostare di qualche centimetro più in là...

Hai perfettamente ragione...anzi ti dirò di più...

Io adoro e stimo i pompieri...(sz nessuna battuta per favore)
;o)
chissà magari un giorno mi sposerò con un vestito ROSSO...;o)

Damiano Zerneri ha detto...

Una notte ero lì che dormivo "della grossa" e ecco che ti suona il telefono. Saranno state tipo le quattro. Era estate, ora me lo ricordo. Già il fatto del telefono che suona nel cuore della notte non è proprio una cosa che metta di buona disposizione d'animo. Comunque rispondo e una voce registrata mi dice una cosa come: "è in corso un tentaivo di rapina in via ecc ecc..". era l'antifurto di casa di mia sorella (loro erano in vacanza).
Una botta di panico devastante, la notte, la voce metallica e neanche un poliziotto lucano in giro.

Cambiando argomento. A Torino, non ricordo se in Via Genova o in Via Garessio... comunque nella zona del CTO, c'è un chioschetto bar in muratura il cui barista è appunto di Lavello. Ma non solo, ha anche la foto formato gigante della squadra Lavello FC (o Ac o Lavello calcio) appesa sopra il bancone. Son notizie :-)
(oh è vero, non me lo sono inventato, l'ho visto con chist'uocchie una mattina l'anno scorso)