Ieri Clara. Clara e Gabriele che ha cinque giorni, che ho disimparato a tenere in modo naturale. Clara e Alfredo, lei ride tenendosi la pancia e la cicatrice, mentre lui con le mani disegna serio e arrabbiato nell'aria come si tiene un bambino, suo figlio. Gli altri figli giocano al computer come sempre, mentre i gatti sentono che invece qualcosa è cambiato. Lola in attesa in alto, Lego con la zampa dà una spinta alla culla e la fa dondolare.
Sentirsi in quella casa in cui si vuole essere, con quegli sguardi.
Freud è arrivato non appena ho chiuso gli occhi. Ho estratto il mio bambino dalla terra, grande come olmo quando è nato. Attorno, uova di cioccolato piene di uova. E il bimbo piangeva ogni volta che lo avvicinavo al buco ipogeo per farlo giocare con l'acqua che bagnava la terra. Lo avvicinavo a me e tornava a sorridere.
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