Ripetendo con Bianca le forme del comunismo (cavoli quante cose si imparano alle medie), mi imbatto in questo scritto di Michelangelo Notarianni, il mio amato suocero, per Il Manifesto. E mi illumina di ricordi questa giornata, con le passeggiate ai Fori con Roma di sole pieno in bassa stagione spingendo il passeggino con la mia Biancotti, chiacchierando di comunismo, di cose mai sapute, di vita e di illustri incontri e io sempre a bocca aperta.
E lo siamo tutti, straccioni modernissimi, oggi che tutto crolla.
"Il capitalismo italiano, improbabile animale, continua a vivere, anzi cresce, nonostante innumerevoli sfracelli. Può aver rallentato lo slancio negli ultimi decenni, ma non troppo diversamente dagli altri capitalismi nazionali dell’Occidente, e anzi guadagnando qualche posizione. Nessuno parla più di inevitabile arretratezza di questo paese, nessuno in Italia punta più a improbabili sostituzioni nel ruolo tradizionalmente svolto dai ceti capitalistici nei processi di modernizzazione .Lo straccione di Lenin non si lascia escludere dalle prime posizioni nel club dei paesi opulenti. Se ha qualche difficoltà dicono tutti, è proprio nel campo in cui da sempre giudicato maestro, la politica, invenzione antica di banchieri fiorentini".
1 commento:
siamo geograficamente apposto direbbe uno dei miei spasimanti....;o)
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