16.11.09

Mezzi, pubblici

Per tornare a casa prendo il 16. Sara' un caso che il cartello dica che il tempo d'attesa e' di 16 minuti?
Quando finalmente arriva, siamo tutti appiccicati, stiva di una nave in viaggio da troppo tempo, piena di clandestini, dopo un mese di bonaccia.
Isterie collettive, chi grida al telefono piangendo con il fidanzato, chi puzza da stare male con i suoi sacchi con tutta la vita dentro, chi ti si butta addosso.
Signora, mi scusi, l'ho toccata.
Non si preoccupi.
E non perche' sono innamorato.
Pero' guardandola, forse mi innamoro.
Io sorrido imbarazzata e abbasso gli occhi.
Ma lui continua il suo monologo d'amore, infastidendomi e sento la rabbia montare verso tutti gli spazi che gli uomini si prendono con le mani insistenti con le donne.
Il mondo non cambia mai.
E io la bici non la smetto più.
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