Com'e. Abbandono le pirotecnie linguistiche di Peppe Fiore, senza riuscire a digerirle, mi tuffo nel Pavano Antico di Giuliano Scabia e mi sento di nuovo a casa, con il letto pronto e le ciabatte sul tappeto. Invitata alla ganzèga, imbandita sulla tavola arrotolata attorno al tiglio nel giardino del Puliero. Vino, terra e aria leggera.
Chi non ha mai letto Scabia lo faccia. Per esempio cominciando con Lettere ad un lupo, Casagrande.
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