Dina mi saluta commossa, regalandoci i suoi capara marini, per insalate milanesi, le olive greche e infilandomi in mano un piccolo bouquet: this is tea, special tea for winter, for you toccandosi la gola.
Una salvia piccola come tutte le cose qui, battute dal vento e dal sole, da erosione da frana o da schiaffi salati di mareggiate.
Dina infaticabile, con due ginocchi operati, un marito autista, una mamma a carico senza più la testa, una figlia morta di leucemia a 11 anni (2000 euros, in Athens, and died) e un figlio Alessandro che non lascia andare lontano.
Only son now, dice piangendo, no America. I work for him, he here.
Dina che mi porta la coperta da casa: is italian, look for it. E noi guardiamo questo tappeto di lana pieno di polvere e di colori forti, con quattro angioletti che sorreggono nastri coperti di fiori, mentre lei mi fa il segno, sorridendo, della nanna.
If you find, call me.
Dina che mi chiama dalla scogliera: Helen, swim with me.
Helen, come, e mi fa vedere come frigge i lukumades.
Dina, che ancora mi commuovo.
1 commento:
la grecia, chisssà che i tedeschi si ricordino di questo e la salvino!
Posta un commento