La città, vuota di persone, è piena di matti.
Stamattina bevo un caffè qui sotto da sola e un ragazzo mi avvicina: la vedo calma. Io invece non mi sono ancora ripreso dalla mia gravidanza isterica.
Un po' scherza e un po' no, con gli angoli della bocca tirati da fili d'acciaio.
E mi torna in mente XX, che all'ultimo caffè di saluto prima delle vacanze è talmente stressato e rabbioso da non riuscire a bere dalla tazzina e a mangiare, civilmente, la brioche.
In preda a spasmi che mi si imprimono nella memoria.
La vita è sempre nelle nostre mani, fino a che non c'è più.
Nessun commento:
Posta un commento