17.8.12

Coniglio alla ligure

Il macellaio mi prepara i pezzi e intanto mi dà la ricetta con il suo forte accento barese: lo metti, salato e pepato, nella pentola con un fondo di aceto balsamico e un cucchiaino di miele e lo fai andare 15 minuti, che ti ho fatto i pezzi piccoli. Se ti piacerebbe più cotto, cinque minuti in più. Una prelibatezza, vedrai, dai retta a me. La testina te la do? Che apparte ti ho messo i fegatini.

Mentre penso che l'upbdm e il miele e l'aceto non vado d'accordo, penso anche che il coniglio lo cucino proprio per amore suo (suo, upbdm, il suo adorato "cunicio") e che non è lontano il momento in cui non riuscirò più a mangiarlo (io, il coniglio).
Ogni pezzo di carne riconducibile all'animale mi rallenta il cuore. E questo è solo l'inizio, temo.

Comunque sciacquo i pezzi, li infarino pochissimo (ma l'upbdm mi bacchetta, lui che ama i sughi liquidi e io invece quelli densi) e li metto nella solita pentola bianca che già soffrigge profumi tritati  con aglio e cipolla. Rosolo, vino bianco a fiamma forte e aggiungo le olive taggiasche abbassando il fuoco, aggiungendo un coperchio e poco brodo di dado vegetale, se serve. Cottura: un'ora secondo me. Per quanto cotto e con un colore magnifico, un tempo inferiore non è abbastanza.

((Giorgio, non fare quella faccia))


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