26.9.12

Time is (not) on my side

Ieri sera in ufficio inauguriamo una intensa personale di Kiki Smith. Dico all'upbmd, che si rifiuta di venire: arriverò dopo le otto, otto e mezza.
Alle sette e mezza mi manda un sms: dove siete?
E lì avrei dovuto capire che qualcosa non andava.
Arrivo a casa con Bianca e sottovaluto piccoli segnali, come piatti che fanno rumore (idiosincratica), Olmo che appena finita la cena chiede di alzarsi e scompare.
L'upbdm mi dice: piangeva prima, ma non mi ha detto niente, pensavo piangesse perché Bianca era con te.
E allora tutti i segnali si chiudono in una fotografia e andando a cercare Olmo capisco che il tempo, quel tempo, non puoi sottrarlo.
E che è inutile dire all'upbdm: se vedi che qualcosa non va mandami un sms, avvisami.
O a Olmo: perché non mi hai scritto.
Perché quel tempo che serve è solo la sera, la casa, la cena, e le parole nel letto abbracciati.

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