Nelle mie nuove elucubrazioni, raggiungo ieri un punto fermo e lo chiamo inconscio collettivo delle anime.
Oggi, assolutamente per caso, scopro che Jung ha dato il medesimo nome alla medesima descrizione, alla fine (io l'avevo centrata sull'universalità delle religioni come esperienza e quindi verità di esperienza di vita - non religiosa ma umana).
"Al mondo
effimero della nostra coscienza essi comunicano una vita psichica
sconosciuta, appartenente ad un lontano passato; comunicano lo spirito
dei nostri ignoti antenati, il loro modo di pensare e di sentire, il
loro modo di sperimentare la vita e il mondo, gli uomini e gli dei".
Forse in un'altra vita ero allieva di Jung. Lo scrivo e la mia pancia si riempie di energia.
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