24.2.14

Maledetto amore mio

Mi emoziona sempre leggere Maiorino. Apro le pagine e ci trovo lui: il bambino, il politico, il cuore, il fegato, la pancia, tutto insieme. 
 
Intanto, sempre, la montagna incantata, che e' il suo mondo. 
E poi la vita in tutto il suo srotolarsi possibile, all'infinito, in facce, storie e percorsi che una casa popolare sa raccontare benissimo. Una casa come quelle di San Siro, il grande bacino mediterraneo di via Mar Jonio e piazza Selinunte, dove i pesci vivono in banco e sono squali e sirene e le chimere si affacciano al balcone o escono dalle cucine come vapori preziosi.
Maledetto amore mio è una fotografia che tiene insieme famiglie smagliate, di quelle che non meritano biografie, di quelle che fanno paura e poi invece diventano casa.  E quante lacrime quando le poi le abbandoni. 
 
Perché, per usare le sue parole mozzafiato, dopo i lampi vengono sempre gli abeti.
 
E poi, per chi ha voglia, venerdì allo spazio Melampo alle 18 in via Tenca c'è la presentazione.

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