Mi emoziona sempre leggere Maiorino. Apro le pagine e ci trovo lui: il bambino, il politico, il cuore, il
fegato, la pancia, tutto insieme.
Intanto, sempre, la montagna incantata, che e' il suo mondo.
E
poi la vita in tutto il suo srotolarsi possibile, all'infinito, in
facce, storie e percorsi che una casa popolare sa raccontare benissimo.
Una casa come quelle di San Siro, il grande bacino mediterraneo di via
Mar Jonio e piazza Selinunte, dove i pesci vivono in banco e sono squali
e sirene e le chimere si affacciano al balcone o escono dalle cucine
come vapori preziosi.
Maledetto amore mio è una fotografia che tiene insieme famiglie
smagliate, di quelle che non meritano biografie, di quelle che fanno
paura e poi invece diventano casa. E quante lacrime quando le poi le abbandoni.
Perché, per usare le sue parole mozzafiato, dopo i lampi vengono sempre gli abeti.
E poi, per chi ha voglia, venerdì allo spazio Melampo alle 18 in via Tenca c'è la presentazione.
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