12.9.07

Primo giorno di scuola, ultimo di fanciullezza

Telefonata di B. appena uscita da scuola.
La mamma incalzante: tesoro, come va? Felice? Come sono le maestre, come i compagni, hai già fatto amicizia?
Frettolosa: Sì, mamma, ma prima di tornare a casa posso passare da Umberto e prendermi un aperitivo?

Che Umberto poi, dopo i primi secondi di mente che si interroga, è il barista dell'Acerba di via Orti. Conosciuto tre giorni fa per caso.
Qui si diventa grandi, si diventa grandi in fretta.

Per fortuna che c'è O, che resta piccino.
Che ieri sera mi dedica un disegno: alla mia mamma adorata, sogno reale.
E che nel tema a cosa serve l'acqua scrive: per farci vivere, per lavarci, per lavare la terra e per far essere divertente il mare.

Il computer che scrive è un mac e la musica è quella della saletta business Air France, Charles de Gaulle, Parigi e suono di bicchieri di chi beve gratis tutto quello che c'è, sgranocchiando patatine Lays. Noblesse oblige.

3 commenti:

Damiano Zerneri ha detto...

Vorrei ricordarti che qua tu hai scritto alla maniera di Dino Campana (poeta elettrico, marradese, studente fuori corso in Bologna, profugo genovese).

Come mai? uno si chiede. Ma perchè da qualche parte, non ricordo dove, anzi forse ricordo. Forse ricordo che lo disse (magari anche altrove, ma lì certo) nelle deposizioni postume in vita rilasciate allo psichiatra Pariani. Gli raccontava di quando andava da Soffici e Papini "all'Acerba" (1913-1914). Aita, l'organo ufficiale del futurismo fiorentino! (della prima ora) Right, solo che Campana era un po' spostato all'epoca della deposizione, causa lue. Resta che la rivista futurista, di cui i due smarritori del leggendario, erano il motore editoriale/redazionale si chiamava Lacerba, come anche il ristorante di Via Orti che dà su Via Commenda e contestualmente sul liceo Berchet di petuliesca memoria.

Ma tu l'hai scritta apposta la locuzione campaniana, eh? Lo sapevo lo sapevo :-)

firmato

Damiano/Simone

elena petulia ha detto...

Eccerto. Del resto si sa, che le petulie hanno una cultura illimatata (ecco appunto, volevo scrivere illimitata e lascio il refuso).
Bentornato, flaneur.

Damiano Zerneri ha detto...

> Bentornato, flaneur.

Grazie e grazie. Poi scrivo eh, in altra sede.

(belli questi ultimi post un po' elenelegiaci)