15.12.07

Surrealismi

Come Nadja di Breton. Un incastro incantevole.
"ciò non toglie che certe sale cinematografiche del decimo arrondissement mi sembrano luoghi particolarmente indicati per starci, come quando, con Jacques Vaché, ci sistemavamo per cenare nella platea della vecchia sala delle folies dramatiques, aprivamo delle scatole, tagliavamo il pane, stappavamo bottiglie e parlavamo ad alta voce come a tavola, con grande meraviglia degli spettatori che non osavano fiatare".
L'epoca dei sonni. Non della fantasia.
Sent from my BlackBerry® wireless device

1 commento:

Anonimo ha detto...

"mi chiamo nadja perché in russo è l'inizio della parola speranza e perché è soltanto l'inizio"