15.2.08
"Scusi sa
Ma lei deve dirlo", mi dice il mio venditore di pensieri.
"Lei mette troppa ironia e troppi sorrisi nella sua vita. In realtà lei è piena di lacrime"
"Ma a me pare di dirlo e che si veda, che sono sempre piena di lacrime, anche quando parlo con chiunque, di qualsiasi cosa"
"Sì, ma sembrano lacrime di sensibilità"
Ecco, stamattina mi sono svegliata alle sette e ho scritto con cura il cartello, intagliandolo stile Alexander Supertramp Into the wild:
LE MIE LACRIME SONO DI DOLORE.
Sanno di dolore, se le bevi.
Sono dolorose da piangere e da trattenere.
Speriamo sia più chiaro. Anche se l'ing mi dice serio: ma no, si vede che una mattina stai male e l'altra sei triste e l'altra sei incazzata. (E a me viene da ridere, ma giuro, mio venditore, questa volta non rido).
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2 commenti:
Non ci si sforza mai abbastanza di credere alle lacrime di qualcuno, quando le vedi. Le pensiamo lievi, le immaginiamo provenire da luoghi accessibili. Ci fanno paura i recessi, gli angoli bui. E invece lì, dobbiamo farci trovare, a condividerle, se serve.
E' vero.
E' così. Le mie poi, non ti dico da che abissi affiorano. Come i buchi di Kapoor. Ora li metto.
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