Stamattina nel tragitto verso l'ufficio, pur con la felicità dell'avere accompagnato a scuola Olmo (mamma, ho le scarpe ancora piene di sabbia. Cucciolo, dammele che te le pulisco. No mamma, mai: è come ricordarmi la festa dell'inter e la felicità dei gol fatti) e dell'avere chiacchierato con Bianca nel letto stamattina all'alba (maschi, crescita, moda, batticuore: mamma, sai se è possibile salvare gli sms?). Nonostante questo + Ben Harper, stamattina in vespa ho notato tutti gli angoli bui di questa città.
Che la parola più letta sul labiale di chi è in macchina o in motorino è coglione.
La coda di sempre, di gente semplice, in fila per entrare a San Vittore a trovare i parenti, con le ragazze che a volte flirtano con la polizia penitenziaria e il pensiero di questa città di rinchiusi, nella pancia della città.
Che la mia amica mamma rom oggi non c'era.
Che all'incrocio dopo, in via Toti/Conciliazione, il signore (arabo) che mi racconta del suo diabete nemmeno.
E io non so a chi chiedere, per sapere se hanno bisogno di qualcosa.
Così. Oggi sono questi gli occhiali che ho.
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