Il romanzo di Francesco Piccolo è come la sua copertina, pulita e sporca insieme. Con un nudo meraviglioso e il rigore di un bianco che sa far bene e un nero che sa tagliare.
Di Piccolo ho letto due libri e non mi sono piaciuti. Questo invece ha un'altra stoffa, potente. È un film in cui tutti, per un verso o per un altro, vittime o carnefici di noi stessi alla fine, ci immedesimiamo. Un ever changing mood di ogni relazione tra maschio e femmina, che sta sotto, ingombrantissima, alla considerata più comune relazione tra uomo e donna. E invece no. E la separazione del titolo è una stella con tante punte.
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10 commenti:
Fammi solo capire una cosa: ma tu quante ore al giorno riesci a dedicare alla lettura?
condivido! :)
ila/hidra
Poche, purtroppo. Ma leggo molto veloce. Guarda Marco che hai ancora l'America come ubicazione nel profilo.
Hidra: non guardo la tv. Per questo forse sembro leggere di più.
condivido il giudizio del libro! volevo dire quello..:)
la tv non la vedo più neanche io.
Ooops, scusa! Doloroso, eh?
si ti fa aprire gli occhi. e fa riflettere. la gente che lo legge vedendoci solo il sesso non ha capito niente.
mi è piaciuto molto. su anobii ho scritto un commentone a riguardo.
qualcosa a che vedere con l'ultimo covacich?
(perché insomma, quelli che raccontano i cavoli loro dopo un po' yawn)
Non l'ho letto mai Covacich. Sul raccontare di sé, concordo: però questo libro è bravo perché appena prima di scadere, si solleva e vola alto. E più che alto, profondo.
io, ormai, il cappuccino ho rinunciato a chiederlo per paura di trovarmi con la saliera obesa inclinata e il cacao che scivola dentro...
Rido, Cicciobandini. Ottimo romanzo.
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