28.2.09

E ha ragione simone

Perche' guardo da settimane la stessa scacchiera, con ottimi suggerimenti alle spalle, senza decidermi a muovere la mia mossa. Stesse almeno fermo il resto. E invece continua a muoversi. Bianco e nero e mazzi di fiori.
Io questa partita non la capisco. Apro gli occhi e sono nella Kolyma. Li chiudo e li riapro e sono nel letto d'ulisse. Fast forward.

2 commenti:

Damiano Zerneri ha detto...

Mettiamola in questo modo, per capirsi. Nella vita capita di giocare diverse partite, ognuna con le sue caratteristiche, la più importante delle quali, quella caratterizzante, è la posta in gioco.
Ci sono partite meno importanti, o, per meglio dire, meno coinvolgenti. In queste partite anche se finisci alla Kolyma, sei sistemato bene: hai delle buone conoscenze (nella vita, le sue alte sfere), per cui t'hanno messo di servizio in cucina o in infermeria: hai doppia razione di zuppa d'aveva e di pane, e la stufa è sempre accesa, i piedi caldi.
Ci sono altre partite invece, che sono, oppure lo diventano nel tempo, cruciali. Se ti trovi in Kolyma dentro a queste partite, non hai sconti: ti mettono in fila all'alba e ti mandano a lavorare in miniera tutto il giorno a sessanta sotto zero; per pranzo, torsoli di pannocchia da succiare e basta.
In questa maniera sono morti a migliaia e migliaia là nel Mar Bianco.

E dunque: ci sono tavoli dove, oltre un certo limite non è conveniente giocare, pena geloni e scorbuto siberiani; altri invece dove si può regatare con una certa nonchalance "un colpo al cerchio e l'altro alla botte".
Capire presso quale tavolo ci si trovi non è complesso, il difficile è alzarsi e andare a farsi un giro.
Tutto questo è teoria, ma forse qualche spunto di verità (operativa) lo contiene.

elena petulia ha detto...

Hai ragione, sai. Pero' credo che nulla valga la kolyma.