Oggi vado a comprare il pepe di Sarawak. Entro di corsa e la calma del luogo mi schiaccia lentamente a terra. Questo e' il nero estremo, mi dice la signora. Questo e' l'oro Utirancotta.
Lenta e dolce, mi racconta colori e sfumature di pepe. Arrivo alla cassa con il mio bottino e mi offre un biscotto leggero e quadrato, bellissimo. "Burro e pepe, li facciamo solo per un nostro cliente". Ne resto estasiata.
Ma posso ordinarli, chiedo?
"Si', ma non glieli potro' fare uguali. Troveremo una nuova ricetta e un nuovo formato".
Oggi io di questa pace burro e grani di pepe (uguali a quelli che mi regalava Cazzamali) avevo proprio bisogno.
5 commenti:
Quanto pepe. Sull'arrosto, nei biscotti e nella vita. Pace e pepe, suona bene.
Calma. Ecco perche' non riesco piu' a fare un dolce.
Seguo con invidia queste tue indicazioni culinarie... sempre sempre sempre le botteghe che trovo su blog e riviste sono a Milano, ombelico d'Italia.
sigh
mandalay (da firenze)
Ciao mandalay! Li ho cercati e in rete costano la meta' che da knam: http://www.surbir.it/Pepe-Maricha-C120.aspx
Sono straordinari, secondo me.
Grazie per il link. Certo che il pepe di Sarawak fa tanto Yolanda la figlia del Corsaro nero...io sono arrivata solo al pepe bianco (accecante) della Cambogia e al peperoncino (macinato e piccantissimo) del Laos. Ma chissà che non valga la pena arrivare fino in Malesia :-)
mandalay
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