9.2.12

in Volo

Stanotte ho sognato di arrivare a casa di Fabio Volo, di sdraiarmi nel suo letto a castello, guardando il minuscolo letto a castello di quando lui era piccolo: ma come potevi dormirci?, gli chiedo. Mi mettevano dei fermagli, mi risponde, così non cadevo.
Lui mi guarda e io non voglio passare per quella che ci prova con Fabio Volo e così gli dico che non ho letto i suoi libri e che forse non si ricorda ma che ci siamo conosciuti anni fa alla festa di Ettore.
Lui si ricorda dell'episodio sgradevole della festa ma non di me, mi chiede di uscire a cena ma preferisco rimanere a letto da sola e poi camminando entro nelle case vicine, tutte un unico piano aderente a terra, come un paese siciliano, soffitti altissimi e legni antichi su cui camminare.
Le case sono piene di persone che conosco, tutti mi salutano e io mi sento soffocare dal troppo che c'è fuori di me, che si ricorda di me, e che io invece avevo dimenticato.
Una vita intera che ho chiuso in un cassetto stanotte è uscita a salutarmi.

2 commenti:

Calzino ha detto...

Troppa besciamella..

elena petulia ha detto...

E' così: e troppi amici:-)