24.11.07

Desi rammendi

Sotto casa mia una signora albanese ha aperto una piccola sartoria rammendi. In sei mesi, da bottega con lavoranti, sì è trasformata in negozio carino con camerino. È bello stare qui in coda. La gente dà i consigli: ma no, stringere ancora, così le sta bene. Più basse le spalle, sì sono d'accordo. Incredibile vedere che ci sono persone che comprano cose tre taglie più grandi perché era un affare e poi le affidano a Desi, perché le ricucia addosso a loro.
Armani a quel prezzo, e dove lo trovi.
Mentre anch'io sfilo con pantaloni da accorciare, entra uno strano tipo.
Come sta, la mia sartina di Parigi. Devo saldare e ritirare.
La sarta Desi tira fuori cose mai viste: volant, fiori d'oro su drappi neri, rose accese su sete giallo sole.
Io penso: solo un travestito. Meraviglia.
E invece, tra un consiglio e in altro, un orlo e un altro, viene fuori che sono di moira orfei, che ha montato qui il circo.
Chiedono consiglio anche a me per in nuovo accostamento (fucsia su beige) e mi invita al circo.
Chiudo con una poesia. Dice Desi nel suo italiano imperfetto: sai, l'altra sera che moira era in tv ho chiamato in Albania che vedono la nostra tv e tutti ci siamo emozionati a pensare che quella camicetta che moira aveva l'avevo sistemata io.
L'emozione ha zittito ogni altro pensiero. Ed era di tutti.
Adesso vado a yoga. Felice.

Sent from my BlackBerry® wireless device

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Il tuo post più bello. Emana luce.

elena petulia ha detto...

Sei gentile, sejo. Mi ha emozionato quella dimensione. Forse per una volta non avevo fretta neanche io. Bei personaggi, da farmi desiderare, come quest'estate al festival degli artisti di strada di santa Sofia, di avere fatto altre scelte, seguendo solo la poesia di una casa che ti porti in giro con te.

Anonimo ha detto...

Fretta è una parola che cerco di non considerare. Oh, beh, tutti abbiam scadenze, ma mi piace perder tempo una volta ogni tanto col portiere del palazzo a parlar del prezzo del pane – che non compro – o con questo ristoratore o quello chef. L'altra sera, quando sono andato a recuperar l'auto, due signori decisamente anziani mi han chiesto se potessi guidarli – stando loro davanti – nel nulla più buio della Farnesina, fino a casa. Almeno ad una zona illuminata e che riconoscessero. Andavo in tutt'altra direzione. Sarei dovuto andare in tutt'altra direzione, più precisamente.
Fa bene all'anima, fermarsi nei panni di un altro. Si esce per un attimo dal reality tunnel in cui abbiam scelto d'infilarci e si ricorda che siamo dotati ogni istante di libero arbitrio.

elena petulia ha detto...

Dotati ogni istante di libero arbitrio.
Dotati ogni istante di libero arbitrio.
Devo ricordarmelo.
Grazie.

Anonimo ha detto...

desi non sa che oltre a rammendi vende istanti

devi darle il tuo post

vicina lontana tornata da torino